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Teleriscaldamento a biomasse solide: Alto Adige e Toscana al top

ll Veneto il primo produttore di impianti. Numerosi impianti anche in Toscana: 47, di cui 6 di potenza superiore al MWh.

Redazione GreenCity

Sono oltre 200 gli impianti di teleriscaldamento alimentati a biomasse solide attivi in Italia. Dei 210 impianti 102 superano il MWh, gli altri hanno una potenza inferiore.
La maggior parte di essi sono installati nel nord Italia: 51 nel solo Alto Adige. Molti gli impianti in Toscana: 47, di cui 6 di potenza superiore al MWh.
Il Veneto, che conta 24 impianti, di cui sette sopra il MWh (dati Aiel) fa invece la parte del leone nella produzione delle caldaie che alimentano gli impianti. Il 43% delle caldaie a biomassa in Italia collegate a Teleriscaldamenti con potenza sotto 1 MW termico e il 20% delle caldaie a biomassa collegate a Teleriscaldamenti con potenza compresa fra 1-10 MW termici sono prodotte da Uniconfort, l'azienda veneta con sede a San Martino di Lupari (Pd) che occupa il terzo posto nel mercato mondiale tra i produttori di caldaie a biomasse solide.  
Il teleriscaldamento è una forma di riscaldamento di abitazioni ed edifici pubblici che consiste nella distribuzione alle singole utenze di acqua calda, surriscaldata o vapore proveniente da una grossa e unica centrale di produzione, attraverso una rete di tubazioni interrate.
Una tecnologia molto diffusa nel Nord Europa, ma che da alcuni anni si sta espandendo anche in Italia dove la prima città dotarsi di un sistema di teleriscaldamento, all'inizio degli anni '70, è stata Brescia, seguita negli anni '80 da Torino che oggi possiede la rete di teleriscaldamento più estesa d'Italia. Due gli esempi di teleriscaldamento nel Veneto realizzati da Uniconfort, che ha anche progettato, realizzato ed installato una centrale termica a servizio dell'impianto di teleriscaldamento di Severoonezhsk, una città a nord di Pietroburgo in Russia che utilizza questo sistema per alimentare gli impianti delle abitazioni dei suoi 200 mila abitanti.
Nel Comune di Rosà (Vi) Uniconfort ha installato un impianto con 1.680 metri di tubazioni a servizio di edifici comunali alimentato con gli scarti prodotti da segherie della zona: energia a chilometro zero e a emissioni di CO2 zero. 
Fedele alla filosofia del "chilometro zero" anche il Comune di Feltre (Bl), che ha chiesto a Uniconfort di progettare una caldaia in grado di bruciare biomasse di scarto di origine locale provenienti da segherie e dalla pulizia dei boschi limitrofi. Un modo per convertire e valorizzare le risorse  fornite dal territorio con un abbattimento dei costi del 50% rispetto all'uso di un combustibile fossile.


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Pubblicato il: 28/07/2011

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