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Key Energy: "il biogas fatto bene" può aiutare l'economia italiana

Ma secondo il Cib serve stabilità normativa: "Spazi enormi di sviluppo al centrosud.". Al nord ci lavorano già 3.500 addetti.

Redazione GreenCity

Nel corso dell'edizione 2011 di Key Energy, tra le energie rinnovabili in maggior sviluppo, si è parlato molto di agroenergie.
"In un momento in cui tutti individuano nella crescita la prima necessità del Paese, chiediamo di favorire con norme chiare e stabili lo sviluppo del biogas e del biometano che hanno dimostrato di poter rappresentare una grande opportunità di sviluppo del Pil agricolo e industriale, generando nuovi posti di lavoro - chiede Piero Gattoni, presidente del Comitato italiano biogas, intervenendo alla tavola rotonda sul 'Biogas fatto bene'- E' urgente procedere all'emanazione dei decreti attuativi del testo sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, ossia il decreto legge 28 del 3 marzo 2011".
Qualche numero: le agroenergie viaggiano in controtendenza rispetto amolta parte dell'economia nazionale. "Il biogas, per esempio, negli ultimi due anni è cresciuto del 285% e nel 2010 ha dato lavoro a 3.500 addetti, rendendo il mercato italiano uno dei più dinamici al mondo", osserva Piero Mattirolo di Energetica Onlus.
Il "biogas fatto bene", quello prodotto con impianti aggiornati, di nuova generazione ad alto rendimento, in filiera corta e con una netta riduzione delle emissioni, potrà arrivare a produrre almeno 6,5 miliardi di metricubi di metano. Pari a circa l'8% del consumo di gas naturale in Italia.
"Ma occorre bilanciare l'esistenza dei primi impianti di biogas, associatial Cib, presenti nella Pianura Padana e pari al 95% del totale nazionale -insiste Gattoni - con uno sviluppo della rete al centro sud del nostro Paese, creando nuove opportunità di crescita".

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Pubblicato il: 14/11/2011

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