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Sviluppo sostenibile: a Rio + 20 le eccellenze italiane

Il Ministro dell'ambiente Corrado Clini: "L'Italia a Rio + 20 con le nostre eccellenze per promuovere lo sviluppo sostenibile globale".

Redazione GreenCity

"Porteremo a Rio le nostre eccellenze, le nostre idee, i nostri progetti che possiamo mettere a disposizione dello sviluppo sostenibile globale. Presenteremo le imprese italiane che hanno da offrire esperienze innovative, abbiamo programmato la presentazione di partnership internazionali, cercheremo di stimolare lo scambio tra gli interlocutori mediante gli incontri anche con la società civile. Stiamo preparando, insomma, un programma intenso, del quale entro aprile avremo un quadro più completo".
Con queste parole il Ministro dell'ambiente Corrado Clini – che ha aperto ieri alla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma "La Sapienza" il Forum della società civile "L'Italia verso Rio + 20" - ha "disegnato" il ruolo positivo, propositivo e originale che l'Italia intende svolgere alla Conferenza delle Nazioni unite sullo sviluppo sostenibile, in programma a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno 2012.
"L'Italia – ha sottolineato il Ministro - deve giocare una partita importante. La nostra deve essere una strategia aggressiva. Dobbiamo, come accaduto a Durban, essere in testa tra i Paesi dell'Unione Europea che vanno nella direzione dello sviluppo sostenibile".
Il ministro ha invitato le imprese ad avere un ruolo positivo e propositivo con la loro presenza a Rio perché non si tratta di "una passerella, ma di un investimento. In Brasile, tra l'altro, la legge permette la detassazione totale delle attività a favore dell'ambiente. E in Brasile ci sono 30 milioni di italiani, o di origine italiana, e numerose imprese italiane. Anche per questo invito le nostre imprese a partecipare all'appuntamento di Rio".
Rispetto a vent'anni fa, quando nel '92 Rio de Janeiro ospitò la prima Conferenza mondiale su ambiente e sviluppo, lo scenario è mutato: non più quello del confronto nord-sud del mondo, ma "la possibilità di avere regole comuni, obiettivi comuni verso il traguardo del 2050, la crescita sostenibile delle risorse naturali ed energetiche. Una crescita che non deve compromettere la sicurezza ambientale del pianeta. Vent'anni fa ci si chiedeva come limitare l'impatto ambientale della crescita, oggi il problema comune sono le prospettive di continuità dello sviluppo del nostro pianeta, avendo presenti da un lato la limitatezza delle risorse e dall'altro le conseguenze di un loro uso non razionale. La riunione di Rio è, da questo punto di vista, non un summit da cui ci aspettiamo un trattato ma un framework sul quale l'economia mondiale possa orientarsi nei prossimi anni. La partecipazione dell'Europa è dunque importante perché possiamo affrontare in questo contesto globale gli impegni assunti per il 2020".

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Pubblicato il: 11/01/2012

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