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Fukushima, Greenpeace: ancora rischio di contaminazione per popolazione

Greenpeace: «In un anno i livelli di radioattività non si sono ridotti in modo significativo, il che dimostra che c'è un problema persistente e che le autorità lo stanno affrontando in modo fallimentare.»

Redazione GreenCity

Greenpeace ha reso noti i risultati del suo piano di monitoraggio della radioattività nell'area di Fukushima. I dati rilevati dimostrano che a quasi un anno dall'incidente, la radioattività è ancora una seria minaccia per la popolazione locale e che le autorità non sono capaci di proteggere i cittadini.
Proseguendo con il suo piano di monitoraggio indipendente dei livelli di radiazione, i cui primi dati sono stati resi noti lo scorso dicembre, una squadra di Greenpeace ha rilevato la radioattività nel centro della città di Fukushima e nel vicino sobborgo di Watari, trovando numerosi "hot spot" di radioattività, compreso un sito, un garage per parcheggio pubblico vicino alla stazione centrale con livelli nell'ordine di 70?Sv all'ora. Livelli di 40?Sv l'ora sono stati trovati in un canale vicino a un'abitazione. Questi valori sono di oltre mille volte superiori alla radioattività di fondo registrata nell'area prima dell'incidente dell'11 marzo del 2011.
«Abbiamo riscontrato che la radioattività si sta concentrando in numerosi "hot spot" della città e questo genera seri rischi per la salute e per la sicurezza delle persone – ha dichiarato Jan Van de Putte, esperto di radiazioni di Greenpeace International. – Purtroppo queste zone sono spesso in aree densamente popolate e, mentre il lavoro di decontaminazione viene condotto a macchia di leopardo, gli abitanti ricevono pochi e inadeguati aiuti per spostarsi in zone meno a rischio.»
«In un anno i livelli di radioattività non si sono ridotti in modo significativo, il che dimostra che c'è un problema persistente e che le autorità lo stanno affrontando in modo fallimentare.» ha aggiunto Van de Putte.
Greenpeace ha documentato la risposta delle autorità all'emergenza contaminazione sin dalle prime settimane dopo l'esplosione della centrale di Fukushima Daiichi. In questo periodo molte persone vulnerabili sono state esposte alle radiazioni, e lo saranno ancora a lungo a causa della lentezza e inefficienza delle autorità che devono procedere alla decontaminazione.
«I cittadini devono essere aiutati ad allontanarsi da un'area ad alto rischio come Watari, se lo desiderano e non forzati ad attendere che le autorità riescano, chissà quando, a decontaminare l'area» ha dichiarato Kazue Suzuki, Responsabile della Campagna Nucleare di Greenpeace Giappone.
«Il governo non soddisfa l'obbligo di tutelare le persone. Serve, e subito, uno sforzo di decontaminazione coordinato a livello nazionale, che includa un corretto smaltimento dei rifiuti contaminati dalla radioattività - ha aggiunto Suzuki. - Servono anche indennizzi che coprano tutti i danni subiti dalle vittime del disastro: nulla di meno sarebbe accettabile».

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Pubblicato il: 12/03/2012

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