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Rio+20, Clini: sulla Green economy, piattaforme comuni ed un'Europa più flessibile

Alla conferenza Rio+20 è ripresa la negoziazione dopo una situazione di stallo e i lavori dei gruppi sono proseguiti sui vari temi.

Redazione GreenCity

Piattaforme comuni, impegno condiviso, Europa più flessibile. Sono chiari gli intenti del ministro Clini per raggiungere quei vantaggi anche economici "per tutti i protagonisti del cambiamento".
Sull'impasse nei negoziati tra Paesi ricchi ed emergenti che sta caratterizzando i primi giorni della Conferenza, Clini ha detto che, "rispetto alla prima conferenza della Terra, svoltasi sempre a Rio nel '92, la crisi finanziaria internazionale sopraggiunta nel frattempo ha cambiato tutto. Ora bisogna seguire un altro percorso: condividere obiettivi concreti e su questi individuare delle piattaforme comuni''.
Nel gruppo di lavoro sulla Green Economy nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell'eliminazione della povertà, sono stati concordati due punti: considerare la green economy come strumento per lo sviluppo sostenibile e lo sradicamento della povertà e prendere nota degli sforzi che i governi stanno compiendo su base volontaria per attuare azioni che favoriscono la green economy. Sulle responsabilità comuni ma differenziate permangono forti punti di contrasto. 
I lavori del gruppo sul Quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile si sono concentrati, con dei passi avanti significativi, sul pilastro ambientale e la riforma dell'Unep. 
Sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) la negoziazione è continuata su una proposta di compromesso che però l'Unione europea non appoggerà finchè continuerà la contrarietà dei G77 a includere tra i possibili temi l'energia e la produzione e il consumo sostenibile. 
Anche sugli Strumenti di attuazione (MoI), tema abbastanza controverso, le posizioni sono ancora distanti, con i G77 che premono per avviare un nuovo processo per la mobilitazione di risorse, gli Stati Uniti che continuano a sottolineare come qualsiasi testo di compromesso si debba costruire su tre pilastri ODA, cooperazione sud sud e innovazione tecnologica e l'Unione europea che continua a rimarcare la necessità di mobilitare un ampio raggio di risorse a sostegno della transizione verso la Green Economy.



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Pubblicato il: 18/06/2012

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