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Costituita la filiera per pannelli e componenti degli impianti fotovoltaici

Legambiente e Cobat: "Un tassello fondamentale per lo sviluppo della green economy".

Redazione GreenCity

Di fronte alla grande crescita del fotovoltaico in Italia sono in molti a chiedersi che cosa succede a tutti questi pannelli quando diventeranno dei rifiuti. Una curiosità sulla quale si sono alimentate leggende metropolitane e legittimi interrogativi circa la possibile pericolosità ambientale di componenti dell'impianto, a cui finalmente è possibile dare una risposta definitiva: dal primo luglio per accedere agli incentivi, infatti, le aziende che producono o importano pannelli fotovoltaici devono garantire anche la corretta gestione dei moduli a "fine vita", aderendo a un sistema o consorzio autorizzato a farlo, secondo il Quarto Conto Energia (D.M. 5 maggio 2011 ).
"Si tratta di un fondamentale elemento di trasparenza per un settore destinato a diventare sempre più protagonista della generazione energetica in Italia - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - l'ascesa delle rinnovabili incontra molti ostacoli, legati a incertezze e buchi normativi che troppo spesso si prestano a strumentalizzazioni. L'aver affrontato e risolto le incognite del fine vita è utile alla maturazione delle politiche industriali di un comparto sempre più importante dell'economia del nostro Paese, oltre a fornire garanzia di tutela ambientale e di efficienza d'uso degli elementi minerali che formano le materie prime della componentistica elettronica e fotovoltaica".
Inoltre, con grande soddisfazione dei consorzi di filiera, da sempre impegnati per ottenere la tracciabilità del rifiuto e una più concreta garanzia finanziaria, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha stabilito, nelle ultime Regole applicative per il Quarto conto energia, che i sistemi o consorzi di recupero devono disporre di una rete di raccolta in possesso delle necessarie autorizzazioni al trasporto dei moduli fotovoltaici a fine vita, con personale professionalmente formato. In particolare i consorzi dovranno garantire: la tracciabilità di tutti i pannelli immessi sul mercato; la rendicontazione delle quantità raccolte ed inviate a riciclo; e infine, l'attivazione di un sistema di garanzia della copertura finanziaria, che assicuri la procedura di smaltimento a fine vita anche in caso di insolvenza da parte del produttore o del consorzio stesso.
"Requisiti – spiega il presidente di Cobat, Giancarlo Morandi - che il nostro Consorzio già da tempo ha attivato, siglando un accordo con il Comitato Ifi (Industrie fotovoltaiche italiane), che riunisce circa l'80% delle industrie italiane del settore. Grazie a questa intesa, nel settembre 2011 è nata la prima filiera italiana per la gestione del fotovoltaico a fine vita. Per chi ama e rispetta l'ambiente si tratta di una grande conquista, perché per la prima volta la regolamentazione nazionale di accesso alle tariffe incentivanti sul fotovoltaico prevede espressamente garanzie tutelanti".

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Pubblicato il: 18/07/2012

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