Al termine degli 'stress test' di ieri, condotti sui
145 reattori nucleari presenti in 15 Stati membri dell'unione Europea, la
Commissione UE ha raccomandato ulteriori miglioramenti nelle misure di quasi tutti gli impianti ma non ha chiesto la chiusura di alcun reattore.
Greenpeace, invece non è d'accordo con questa decisione, in quanto sostiene che "il nucleare è intrinsecamente insicuro e incidenti, malfunzionamenti e problemi capitano di continuo".
Secondo l'associazione ambientalista "non sorprende che gli 'stress test' abbiano mostrato criticità ma per questo motivo i governi dell'UE dovrebbero agire rapidamente per chiudere subito gli impianti più vecchi e pericolosi".
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Secondo le indagini indipendenti che abbiamo condotto, 34 reattori - appartenenti a 13 centrali - andrebbero chiusi immediatamente o in breve tempo. Circa la metà dei reattori europei, inoltre, si trova in zone a rischio sismico e quindi in situazioni molto pericolose o perché prive di doppio contenimento o perché troppo vecchie per garantire gli standard di sicurezza necessari.
I Capi di Stato e di Governo dovranno discutere delle valutazioni della Commissione sugli stress test a Bruxelles il 18 e 19 ottobre. C’è una sola decisione da prendere: la
progressiva chiusura del nucleare, anche nell'ottica della Roadmap 2050 dell'UE che prevede una larga prevalenza delle fonti rinnovabili per la metà del secolo" ha dichiarato in una nata Greenpeace.
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