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Confartigianato: non si combattono le ecomafie con un Sistri che non funziona

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti: "Se l’obiettivo del Sistri è ovviamente condivisibile, controllare la produzione e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi per sottrarli al traffico illegale delle ecomafie, pessimo si è rivelato lo strumento utilizzato".

Redazione ImpresaGreen

“Accogliamo positivamente l’emendamento al Decreto Milleproroghe che rinvia l’entrata in vigore del Sistri. Chi si ostina a pensare che il Sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti speciali serva a combattere le ecomafie finge di ignorare che in questi ultimi 4 anni ha prodotto un unico risultato: far spendere a 300.000 imprese italiane 250 milioni di euro a fronte di un meccanismo che non ha mai funzionato”.
Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti replica così alle preoccupazioni per un ulteriore rinvio del Sistri espresse dai senatori del Pd Massimo Caleo, Rosaria Capacchione, Vincenzo Cuomo, Pasquale Sollo e Stefano Vaccari.
“Non accettiamo lezioni  - aggiunge Merletti - su un problema così grave come quello dei rifiuti pericolosi. Forse chi invoca il Sistri come una soluzione non sa di cosa parla. Se l’obiettivo del Sistri è ovviamente condivisibile, controllare la produzione e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi per sottrarli al traffico illegale delle ecomafie, pessimo si è rivelato lo strumento utilizzato”.
“Nelle intenzioni – spiega il Presidente di Confartigianato - le nuove regole dovevano rendere più semplici le procedure e gli adempimenti, riducendo anche i costi sostenuti dagli imprenditori. Nella realtà è accaduto il contrario: in questi 4 anni, le complessità sono aumentate insieme con gli oneri economici a carico delle aziende. Come si può imporre gli stessi obblighi e gli stessi costi a un parrucchiere che smaltisce pochi grammi di lamette e ad una multinazionale chimica? E non sono mai stati risolti i difetti di funzionamento dell’armamentario digitale del Sistri, la piattaforma informatica, le chiavette Usb, le scatole nere a bordo dei camion. Il risultato è che ora gli imprenditori si trovano a dover combattere con un Sistri che non funziona e con il vecchio obbligo di compilare su carta gli adempimenti in materia di gestione dei rifiuti”.
“A fronte di questa situazione - conclude Merletti - è ora di rottamare il Sistri e di sostituirlo con un sistema di tracciabilità dei rifiuti fondato su criteri di trasparenza, efficienza, economicità e semplice utilizzo per le imprese. Soltanto così si potrà combattere davvero le ecomafie”.

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Pubblicato il: 19/02/2014

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