Allocato il 90% delle risorse stanziate nel rispetto delle tempistiche. Lo studio Nomisma per Comieco conferma gli effetti positivi del Piano: investimenti +6%, occupazione +3%, maggiore capacità di gestione e riciclo, condizioni essenziali per aumentare la raccolta differenziata di carta e cartone.
Dietro i numeri del PNRR c’è una sfida strategica: ridurre il divario tra Nord e Sud nella raccolta differenziata di carta e cartone, innovando la rete impiantistica. Con 48 progetti avviati, il Piano sta trasformando risorse in impianti e tecnologie, puntando soprattutto sul Mezzogiorno, dove si concentra il maggior potenziale di crescita e il più alto tasso di carta e cartone non intercettati. Tutti gli interventi sono in linea con il cronoprogramma e la scadenza del 30 giugno 2026.
Quasi tutte le risorse disponibili sono state allocate:94 milioni di euro su 105, che insieme agli investimenti privati portano il valore complessivo a circa283 milioni di euro. Cantieri aperti, impianti ammodernati, nuove tecnologie: interventi che rafforzano la competitività e accelerano la transizione verso un’economia sempre più circolare.
Gli effetti positivi del Piano sono stati analizzati da uno studio Nomisma – promosso da Comieco in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
I progetti interessano 13 tra cartiere e cartotecniche e 35 impianti di gestione dei rifiuti cartacei, in 13 regioni. La distribuzione geografica risponde chiaramente all’esigenza di ridurre il divario tra Nord e Sud: il51%delle risorse (48 milioni di euro) del PNRR è destinato alSud, il27%alNord(25 milioni) e il22%alCentro(21 milioni).
Il PNRR è un acceleratore reale per le imprese coinvolte nei 48 progetti finanziati. Secondo lo studio Nomisma, gli interventi faranno crescere gli investimenti del comparto tra il 2025 e il 2030 del 6,2% annuo (contro il 5% senza PNRR). Gli impatti positivi si rifletteranno anche sull’occupazione: la crescita media annua dei dipendenti sale dal 2,2% al 3,3%.
Lo studio mette in luce anche le difficoltà incontrate da una parte del sistema produttivo: rispetto al 2024 i progetti sono diminuiti da 58 a 48. Le ragioni principali sono riconducibili alla complessità e alla durata degliiter autorizzativi- in particolare a livello locale - e alle lungaggini degliadempimenti burocratici. Questi i motivi principali del mancato utilizzo di circa11,5 milioni di euro, che rischiano di non essere più impiegati a sostegno della filiera se non verrà individuata una modalità di riallocazione compatibile con le regole del Piano.
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