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Ridurre i consumi di gasolio del 70%: la svolta green in uno studio dell’Università di Perugia

Uno studio dell’Università di Perugia dimostra come nuovi macchinari possano ridurre sensibilmente le immissioni nell’ambiente e l’uso di fertilizzanti.

Redazione ImpresaGreen

Ridurre il consumo di gasolio per la semina e l’aratura del 70%, risparmiando soldi ed emissioni nell’ambiente. Utilizzare spargiconcimi guidati da sistemi gps che permettono di ridurre di due terzi il concime utilizzato. Spesso additato come un settore fortemente impattante nei confronti dell’ambiente, il mondo dell’allevamento e dell’agricoltura ha da tempo imboccato una vera e propria svolta green che sarà uno dei temi portanti delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona che si terrà dal 23 al 26 Ottobre a CremonaFiere. 
Venerdì 25 ottobre a Cremona verranno presentati i risultati di uno studio condotto dall’università di Perugia in collaborazione con Kverneland AccademY. Al centro dell’indagine l’impatto che l’utilizzo di nuove macchine agricole, le così detta “minime lavorazioni del terreno” hanno sulla riduzione delle immissioni nell’ambiente
“Possiamo anticipare alcuni dei risultati che verranno presentati a Cremona – spiega Roberto Bartolini, che ha lavorato al progetto –. Oggi esistono attrezzature per far sì che con un solo passaggio si faccia un’operazione che prima ne comportava tre. Oppure macchine che spargono i fertilizzanti solo dove servono effettivamente. Così facendo se ne possono usare di meno”. Queste nuove tecnologie permettono anche forti vantaggi economici. “Si ha un risparmio che arriva fino al 70% del gasolio”. In questo modo sorride il portafoglio, ma anche l’ambiente”. 
Lo studio dimostra come, abbandonando di fatto l’aratro e puntando su nuove tecnologie, la terra riacquista fertilità e i lombrichi tornano ad essere presenti nei campi. “Non si tratta di tecnologie avveniristiche – conclude Roberto Bartolini -, ma qualche centinaio di allevatori stanno già utilizzando questi macchinari per produrre mais e frumento”.
Con una potenza elettrica installata di circa 1.200 Megawatt (MW), pari a una produzione di 2,4 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno, l’Italia è uno dei principali produttori di biogas in agricoltura; quarta al mondo dopo Germania, Cina e Stati Uniti. 
Ad oggi, in Italia, sono infatti operativi più di 
1.500 impianti di biogas – circa 1.200 soltanto in ambito agricolo – con ripercussioni importanti in termini occupazionali: 6.7 addetti per MW installato rendono la filiera del biogas-biometano il settore a maggiore intensità occupazionale tra le rinnovabili e favoriscono la creazione di oltre 12mila posti di lavoro.

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Pubblicato il: 18/10/2019

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