Il parere di Huawei

Risponde Vincenzo Strangis, Smart City Director, Huawei Italia Enterprise BG

Autore: Redazione ImpresaGreen

In che modo la tecnologia può rendere più sostenibili le città del futuro?

Il concetto di Smart City è stato sviluppato da molti Paesi come strategia per lo sviluppo urbano sostenibile e un numero crescente di Governi in tutto il mondo sta realizzando Smart City facendo affidamento su un’ampia varietà di tecnologie ICT all'avanguardia. Reti wireless avanzate e Internet of Things (IoT) rendono possibile la connettività sempre e dovunque, il cloud computing permette la condivisione di informazioni, la Unified Communication and Collaboration (UC&C) consente la collaborazione tra le varie agenzie governative mentre l'Intelligent Operation Center offre una visione olistica della città o regione aumentando l’efficienza della gestione urbana e dei servizi pubblici e offrendo un valido supporto alle decisioni.

Ovviamente quando si parla di sostenibilità si parla anche di tutela dell’ambiente e in quest’ottica Huawei sta lavorando a soluzioni finalizzate all’efficienza energetica. A partire dalle future reti di comunicazione che dovranno essere in grado di trasmettere moli crescenti di dati con minore consumo energetico da parte dei sistemi di alimentazione.

Ad esempio, a questo scopo abbiamo sviluppato delle nostre batterie al litio per Punti di Ricarica (Charge Point) che, rispetto alle batterie al piombo, hanno dimostrato molteplici vantaggi tra cui maggiore densità energetica e lunga durata oltre a essere più piccole, leggere e prive di metalli pesanti dannosi per l’ambiente. Queste batterie potranno avere un impatto positivo anche su mobilità e trasporti se impiegate nei veicoli elettrici. A questo scopo Huawei partecipa attivamente a gruppi di lavoro con partner dei settori di riferimento portando valore grazie alle proprie soluzioni tecnologiche.

Contribuiamo a rendere energeticamente più efficienti anche gli edifici, residenziali o di altro tipo, grazie alle soluzioni di energy performance management di Solution Partner del nostro ecosistema che raccolgono le informazioni necessarie attraverso sensori o direttamente dalle bollette. Allo stesso scopo la nostra divisione Fusion Solar che fornisce inverter di stringa di nuova generazione, ha sviluppato l’omonima soluzione fotovoltaica intelligente, sicura, affidabile e completamente digitale”.

Smart City non è un progetto, è un work in progress che richiede anni di pianificazione e implementazione e che coinvolge tutti i settori, dalla nettezza urbana ai servizi. Secondo voi, quali dovrebbero essere i primi interventi e perché?

Sicuramente l’esperienza dell’emergenza COVID-19 ci ha portati a individuare nel settore sanitario e in quello dell’istruzione le due aree di intervento prioritarie in cui sarà fondamentale investire subito per accelerarne ulteriormente il processo di digitalizzazione. L’isolamento ci ha costretti a nuovi modelli organizzativi, dallo smart working allo smart learning, dalla spesa online al food delivery fino alle visite virtuali di musei e altri luoghi di interesse culturale, portandoci a riflettere sull’urgente necessità di una trasformazione digitale che coinvolga pian piano tutti i settori. 

Volendo continuare in base a un ordine di priorità, la Fase 2 ha reso lampante che altri settori su cui bisognerà intervenire il prima possibile sono quello della mobilità e dei trasporti, insieme a quei contesti aziendali che non fossero ancora attrezzati per consentire ai propri dipendenti il telelavoro. La necessità di ridurre la quantità di persone costrette a spostarsi per recarsi nei luoghi di lavoro e quella di rendere più efficiente e sicuro il servizio di trasporto per chi non potrà fare a meno di usufruirne sono cruciali e vanno soddisfatte per scongiurare nuove ondate di contagi.

Successivamente si potrà pensare a una fase in cui l’obiettivo prioritario diventi la sostenibilità riferita alle nostre città e ai nostri modelli di vita e lavoro. In un’ottica di Smart City è fondamentale partire dalla raccolta di dati “open” che possano essere correlati per fornire una visione olistica dello stato delle città o regioni e permettere ai decisori di ogni comunità di gestirne al meglio tutte le problematiche. Presso il Joint Innovation Center abbiamo contribuito insieme al CRS4 di Pula (CA) di Regione Sardegna alla realizzazione di un Intelligent Operation Center (IOC), un “cervello digitale” che funziona da piattaforma di raccolta di questi dati attraverso una serie di sensori che rappresentano il “sistema nervoso digitale” delle Smart City.

Questi sensori forniscono informazioni relative a precipitazioni, temperature, visibilità, stato dei tombini di modo, per esempio, da poter prevedere una nevicata e pianificare l’intervento di mezzi spargisale. Altri sensori installati su autobus e taxi possono restituire una fotografia dello stato di inquinamento e quelli applicati in mare su delle boe informazioni utili sullo stato dell’acqua, e così via”.